I senatori Luigi Manconi, Doris Lo Moro e Paolo Corsini hanno inviato una lettera al Presidente del Gruppo PD al Senato sui fatti di ieri, per chiedergli di far sentire la propria voce perchè venga garantita a me (e con me a tutti i miei colleghi senatori) piena tutela per le proprie idee e rispetto per le proprie scelte private. Incollo qui la loro lettera e la risposta del Presidente Zanda

Caro Presidente Zanda,
nella discussione pubblica e nel confronto parlamentare sulle unioni civili che certo richiamano dilemmi morali e visioni del mondo, ma che tuttavia hanno al centro una questione di uguaglianza e pari dignità, è stato introdotto il tema della maternità surrogata. Lo si è fatto, a nostro avviso, in maniera a volte del pretestuosa e spesso strumentale. In ogni caso, è problema di enorme delicatezza sul quale chi ti scrive ha posizioni non perfettamente convergenti ma in ogni caso profondamente e drammaticamente attraversate da perplessità e dubbi. I quali dubbi esigono, è proprio il caso, piena libertà di coscienza, rettitudine morale e indipendenza di giudizio. Ma che rapporto ha tutto ciò con le oltraggiose aggressioni verbali di cui viene fatto oggetto il senatore Sergio Lo Giudice? Le sue scelte non sono le nostre ma – scusaci per la supponente citazione – chi siamo noi per giudicare? Soprattutto, pensiamo che una discussione così impegnativa e lacerante, impostaci dalle enormi trasformazioni intercorse nella vita sociale, nelle idee di famiglia, coniugalità e genitorialità e nello sviluppo delle biotecnologie, non possa essere degradata, nel dibattito parlamentare, da un intreccio di volgarità intellettuale e scarso senso morale, totale mancanza di rispetto per gli altri e per le altrui opinioni e trivialità di linguaggio. Se tutto ciò può spiegarsi con l’inconsistenza etica e il sostanziale autoritarismo del pensiero di molti avversari, dietro cui si cela quell’omofobia fino a poco tempo fa nemmeno negata, meno si comprende l’isolamento in cui rischia di trovarsi il senatore Lo Giudice. Per questo ti chiediamo, caro Presidente Zanda, di far sentire la tua voce autorevole, quella di Presidente del Gruppo di cui facciamo parte, affinché venga garantita al senatore Lo Giudice non solo piena tutela per le sue idee, anche quando non condivise, ma anche rispetto per le sue scelte private.

Luigi Manconi, Doris Lo Moro e Paolo Corsini, Senatori PD

Unioni civili: Zanda, Grasso impedisca episodi come ieri  D’accordo con lettera senatori Pd. Solidarietà a Lo Giudice (ANSA) – ROMA, 12 FEB – “Rispondo volentieri ai senatori democratici Luigi Manconi, Doris Lo Moro e Paolo Corsini, e alle loro considerazioni sulle offese di cui è stato oggetto ieri il senatore Sergio Lo Giudice nell’aula del Senato. Nel lavoro d’aula i parlamentari devono sentire il dovere di sostenere un dibattito franco e sincero, anche duro, ma sempre nel pieno rispetto di tutti, tenendo conto delle opinioni e delle posizioni di ogni collega, anche dei più distanti”. Così il senatore Luigi Zanda, Presidente del gruppo del Pd a Palazzo Madama, risponde alla lettera dei senatori democratici Manconi, Lo Moro e Corsini. “Sui temi che riguardano la vita e i diritti delle persone – prosegue -, le attenzioni reciproche e l’ascolto dei diversi punti di vista, devono essere ancora maggiori. Non dobbiamo imbarbarire il dibattito, né utilizzare nella discussione argomenti strumentali o, peggio, insinuazioni personali e volgari. Le espressioni che ieri alcuni senatori del centrodestra hanno utilizzato, per basse ragioni politiche di parte, nei confronti di un loro collega sono un esempio di volgarità inaccettabile, ancor di più e soprattutto, perché pronunciate nell’aula di Palazzo Madama”. “Le senatrici e i senatori del Pd esprimono, come già fatto ieri in aula, la loro più profonda solidarietà e la più sincera amicizia nei confronti di Sergio Lo Giudice, richiamano l’attenzione di tutti i senatori sul bisogno del più profondo rispetto reciproco e invitano la presidenza del Senato a porre in atto tutte le attenzioni e le misure necessarie per impedire che si ripetano episodi come quelli di ieri”, conclude Zanda. (ANSA).

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