Divorzio breve, unioni civili, discriminazioni. Segnalo con piacere una mia intervista pubblicata da Cultura Democratica

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Il think tank Cultura Democratica è lieto di intervistare il Sen. Sergio Lo Giudice, esponente del Partito Democratico, membro della Commissione Giustizia del Senato.

Divorzio breve. Uno dei principali provvedimenti in discussione nella Commissione Giustizia del Senato è il disegno di legge, già approvato dalla Camera dei Deputati, volto a ridurre i tempi e semplificare le procedure per addivenire allo scioglimento o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio. Qual è la sua posizione in merito al contenuto e alle finalità del provvedimento?
In questa legislatura, insieme ai colleghi del PD, abbiamo depositato in Senato un disegno di legge in materia che prevede che in caso di divorzio consensuale si possa saltare il passaggio della separazione davanti al giudice, snellendo così i tempi del divorzio ancor più di quanto previsto dal progetto di legge approvato dalla Camera dei deputati. Adesso il nostro obiettivo è licenziare speditamente il testo approvato della Camera, senza rinunciare a migliorarli in qualche sua parte, per dare finalmente a questo paese regole più europee e più civili in materia di cessazione degli effetti civili del matrimonio. Sono convinto che la norma sul divorzio breve non agevolerà soltanto i divorzi ma anche i matrimoni, eliminando l’effetto deterrente di una separazione inutilmente lunga e costosa che spesso rappresenta un vero e proprio incubo per i cittadini che sono costretti ad affrontarla.

Unioni civili. Nel nostro ordinamento la stabile convivenza tra uomo e donna o tra persone dello stesso sesso non trova ancora tutela legale, salvo le tutele contrattuali di natura patrimoniale previste nei c.d. “patti di convivenza”. Ritiene sia giunto il momento per il nostro Paese di cambiare verso sul tema delle unioni civili?
L’Italia è l’ultimo fra i paesi fondatori dell’UE, insieme alla Grecia, a non aver affrontato il tema. Mentre Francia e Inghilterra approvano il matrimonio egualitario, il nostro Parlamento sta ancora discutendo di unioni civili, sintomo di una politica che è rimasta indietro anni luce rispetto alla società. Ormai però è chiaro a tutti che non si può più rimandare, dopo i numerosi richiami da parte delle istituzioni europee, dopo le pronunzie della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, il clima pare essere cambiato: il governo si è impegnato ad affrontare il tema il prossimo autunno e persino la destra inizia ad aprirsi al confronto.
In commissione Giustizia del Senato è già stato depositato dalla relatrice Monica Cirinnà il testo base sull’Unione civile fra persone dello stesso sesso. La proposta riprende il modello tedesco della Lebenspartnerschaft che estende, attraverso un nuovo istituto giuridico distinto dal matrimonio, pari diritti e doveri alle coppie dello stesso sesso e prevede la responsabilità genitoriale verso i figli del partner. È la proposta avanzata da Matteo Renzi durante le primarie e depositata in tre diversi disegni di legge tutti del Pd.

Discriminazione. Lei è primo firmatario di un disegno di legge volto a contrastare le discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Quali sono i punti cardine della Sua proposta? Confida in una rapida approvazione?
La commissione giustizia del Senato ha già iniziato l’esame della proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia che la Camera dei Deputati ha approvato lo scorso settembre, insieme ai testi già depositati precedentemente in Senato. Fra questi, il ddl 404 a mia prima firma, sottoscritto da oltre 90 senatori di vari gruppi politici (Pd, M5S, Scelta Civica, Sel, PSI, GAL). L’obiettivo è estendere agli atti di discriminazione e ai delitti motivati dall’odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali la protezione già garantita ai crimini d’odio fondati su motivazioni razziali, etniche, nazionali o religiose dalla legge Mancino. Tutti i dati ci dicono che c’è un’emergenza omofobia nel nostro paese, con centinaia di casi di violenza nei confronti delle persone LGBTI registrati ogni anno. Occorre intervenire con una legge di stampo europeo che il nostro paese aspetta ormai da troppo tempo, ma anche promuovere le attività di tipo culturale contro ogni forma di discriminazione. Su questo fronte, la scuola non può che avere un ruolo di primaria importanza contro l’intolleranza e la violenza.

Daniele Giacinti
Cultura Democratica

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