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Se dici 28 giugno ad uno degli studenti a cui sto facendo in questi giorni gli esami di maturità ti rispondono Sarajevo 1914. L’assassinio dell’odiato arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, da parte dello studente serbo Gavrilo Princip è una data che non si dimentica, perché darà la miccia alla grande guerra e l’avvio al “secolo breve”.

Se dici 28 giugno ad un giovane gay, però, ti dirà Stonewall 1969: in quel caso fu  un tacco a spillo, ben più favoloso della 7.65 semiautomatica di Princip, a dare l’avvio ad una nuova epoca

Ma c’è un altro 28 giugno che è nel cuore di gay, lesbiche e trans bolognesi e si chiama  Cassero 1982. In quel giorno (in quei giorni per la verità) al Circolo 28 Giugno, il collettivo gay bolognese, venne assegnato dal Comune di Bologna – sindaco Renato Zangheri – il Cassero di Porta Saragozza, prima sede pubblica data da un’amministrazione comunale ad un’associazione omosessuale. La mitica “presa del Cassero”, una gioioso e pacifico corteo da Piazza Maggiore a Porta Saragozza, avvenne in realtà il 26, ma che importa? Noi ogni anno lo festeggiamo il 28 perché quello è il giorno che più ci emoziona.

Sergio Lo Giudice

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