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15.06.13 la Repubblica
“Gay Pride, il corteo colorato in centro”
Gli organizzatori: “Siamo 150mila”

Giunta a destinazione a Roma, in piazza Madonna di Loreto, la sfilata del Gay Pride, guidata dalle drag queen con la bandiera francese e il cartello “In Francia mi posso sposare”. Pace fatta tra gli organizzatori e il neosindaco Marino che, oltre a un videomessaggio, ha inviato anche una lettera. Il delegato Nieri: “Faremo tutto, anche il registro delle unioni civili”. Il portavoce della manifestazione chiude la polemica: “Da domani si lavora per i diritti di tutti”

“Dimostriamo che Roma è davvero una città aperta”. È con questo slogan che nel pomeriggio, partendo da una piazza della Repubblica coloratissima, si è svolta la manifestazione del Gay Pride Roma 2013. Il via alle 16.30 con la musica a tutto volume che ha riempito le strade intorno alla piazza dove hanno sfilato i tradizionali carri, da quello del Muccassassina all’Agedo (Associazione genitori, parenti e amici di omosessuali). Le drag queen con la bandiera francese e il cartello “In Francia mi posso sposare, in Italia quando?” catturavano l’attenzione di tutti: partecipanti, curiosi e turisti. In marcia anche alcuni gay di Istanbul e altri manifestanti arrivati con le loro Harley Davidson direttamente dalla parata per i 110 anni della storica moto.

In testa a portare lo striscione “Roma città aperta” il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, il consigliere capitolino Luigi Nieri in rappresentanza di Roma Capitale e il portavoce del Pride Andrea Maccarrone. Dietro, il pullmann a due piani dell’organizzazione con i carri del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, del Queer Lab (Associazione Glbti), di Splash Roma e non mancvaano le Famiglie arcobaleno. “Siamo 150mila” annunceranno alla fine gli organizzatori alla folla.

Pace ritrovata prima del via ufficiale tra il neo sindaco Ignazio Marino e gli organizzatori del Roma Pride 2013. Alcune associazioni avevano infatti invitato il chirurgo dem a partecipare, ma il nuovo inquilino del Campidoglio aveva fatto sapere che avrebbe trascorso alcuni giorni in famiglia dopo il finale intenso di campagna elettorale e la proclamazione a primo cittadino. Oggi l’invito da parte di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, a “fermare le polemiche sull’assenza di Marino”. Gli hanno fatto eco gli organizzatori: “Col sindaco Marino non c’è mai stata una guerra e la polemica si chiude qui. C’è solo delusione perché ci aspettavamo che ci fosse, sarebbe stata anche la sua festa. Da domani si lavora insieme per i diritti di tutti”, ha detto il portavoce del Roma Pride 2013, Andrea Maccarrone.

A distanza Marino ha inviato il suo videomessaggio ai partecipanti del Pride romano: “Con il mio cuore e il mio pensiero sono lì con voi – dice fra l’altro – al Gay pride della capitale d’Italia: dobbiamo tutti insieme sottolineare che i diritti delle persone non possono essere negoziati, non diritti speciali per qualcuno ma gli stessi diritti assolutamente per tutti”. Il delegato del sindaco Luigi Nieri, appena arrivato al Roma Pride 2013, ha spiegato: “Roma Capitale è presente a questa bellissima manifestazione, come è giusto che sia. La polemica di ieri è, appunto, di ieri ed è finita, Roma diventerà la capitale dei diritti. Se faremo un registro delle unioni civili? Faremo tutto. Ci sono state troppe aggressioni negli ultimi anni, troppe tragedie della solitudine. Noi vogliamo, e non da oggi, far diventare Roma la capitale dei diritti”.

Nieri ha poi consegnato la lettera firmata dal sindaco di Roma Ignazio Marino. ”Carissime e carissimi – esordisce la missiva – permettetemi innanzitutto di ringraziarvi dell’invito a partecipare alla vostra manifestazione che la città di Roma è felice di accogliere anche quest’anno. Pur non potendo essere presente personalmente mi preme salutare ed esprimere la mia sincera vicinanza a tutti voi che oggi sfilerete per le strade della capitale nel nome dei diritti e di quella libertà di amare che è propria di ciascun individuo – scrive il sindaco – Troppe volte, negli ultimi anni, la città di Roma è stata teatro di aggressioni omofobe e di altri gravissimi episodi di discriminazione: fenomeni inaccettabili che una comunità forte e unita deve saper respingere con decisione, a cominciare dalle sue istituzioni. Per questo voglio ribadire da sindaco il mio impegno affinché a Roma i diritti di tutti siano garantiti e sradicata ogni forma di intolleranza. Odio e discriminazione – si legge – non possono avere diritto di cittadinanza in questa che non è solo la capitale d’Italia ma è la culla della civiltà. Roma deve invece diventare una capitale dell’accoglienza e dell’uguaglianza, in cui nessuno possa mai più sentirsi offeso nè marginalizzato e dove la cultura del rispetto rappresenti un valore non negoziabile. Una capitale dei diritti da costruire insieme – conclude – è questa l’idea di Roma in cui credo, con la quale voglio augurarvi buon Pride”.

Insieme a Nieri una delegazione del consiglio comunale formata da Enzo Foschi, Silvio Di Francia e dalla consigliera comunale con Sel Imma Battaglia che ha chiesto ”subito registro delle unioni civili. Vogliamo Roma come Milano, Marino come Pisapia. Sarebbe segnale molto importante e forte”. Hanno portato il proprio sostegno alla manifestazione, sfilando per le vie del centro, anche Sergio Lo Giudice (senatore Pd), Franco Grillini, Enrico Gasbarra (segretario del Pd Lazio), Francesco D’Ausilio (consigliere comunale Pd), Vladimir Luxuria, Dario Vergassola e Stefania Orlando, madrina della manifestazione (ospite del carro del Mucca Assassina).

Il corteo si è snodato lungo il centro, da piazza della Repubblica a piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, largo Brancaccio, via Labicana, piazza del Colosseo, via dei Fori imperiali e piazza Madonna di Loreto. Dopo la manifestazione, i partecipanti si sono scatenati al ‘Celebration official pride party’, presso la nuova location estiva del ‘Roma vintage’. In via dei Fori Imperiali, due ali di folla, turisti e curiosi avevano accolto la manifestazione. Poco prima, il corteo si era fermato all’altezza di via di San Giovanni in Laterano a salutare i tanti appartenenti al mondo gay e transessuale che, come ogni week end, affollavano i locali della strada. Al passaggio dei manifestanti, sono stati lanciati coriandoli luccicanti con i colori dell’arcobaleno.

(15 giugno 2013)

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