(DIRE) Bologna, 6 nov. – C’e’ una parte del Pd che alla luce di quanto sta emergendo sulle spese dei gruppi in Regione vuole le dimissioni di Marco Monari anche da semplice consigliere regionale. Non c’e’ solo il segretario dei Giovani democratici Alberto Aitini, cuperliano, a reclamare un ulteriore passo indietro dell’ex capogruppo. Appena diffuso l’annuncio di Monari tra i renziani di Bologna, la sua citta’, si e’ scatenato il dibattito. “Siamo seri: le dimissioni da capogruppo e non da consigliere, cosa valgono?- si chiedeva l’assessore provinciale Emanuele Burgin- Nemmeno un euro di meno nello stipendio, e probabilmente nemmeno la rinuncia alla famosa carta di credito. A me, come risposta, sembra una presa in giro”. Piu’ cauta la posizione del responsabile Comunicazione del Pd Marco Lombardo (vicinissimo al segretario provinciale Raffaele Donini), che intimava “rigore e prudenza”. Ma Burgin torna oggi a farsi sotto. “Quello che ho scritto lo ribadisco. Questo dibattito mi risulta indigesto: dovrebbe semplicemente esserci un atto di dimissioni e un passaggio di verita’. Dovrebbero raccontare quello che hanno fatto, poi se era lecito o no lo stabiliranno i giudici”. Un sentire a quanto pare abbastanza diffuso tra comuni militanti e iscritti, meno tra i dirigenti. Aitini ha incassato sms e telefonate di sostegno soprattutto dalla cosiddetta “base”, mentre tra i vertici della mozione Cuperlo sembra prevalere un contegno piu’ soft. Qualcuno, a taccuini chiusi, si dice addirittura preoccupato di una deriva “forcaiola” per cui si chiede la testa di chiunque prima ancora che ci sia un qualsiasi riscontro sulle accuse. “Il tema – frena il senatore Sergio Lo Giudice, civatiano- non sono le dimissioni di Monari, che fino a prova contraria non ha commesso nulla di illecito”. L’ex numero uno Pd in Regione “ha fatto bene a lasciare il ruolo di capogruppo dopo quello che e’ successo e contribuire cosi’ a fare chiarezza Io ho anche chiesto che facesse un passo in piu’ per dare al nostro elettorato strumenti per capire cosa e’ successo”. Ora pero’, sottolinea il senatore, “bisogna aspettare che la giustizia faccia il suo corso e verifichi se ci sono stati comportamenti illeciti e proseguire nell’opera di rinnovamento che peraltro e’ gia’ cominciata”. A Monari, intanto, dopo lo stop medico che gli ha impedito di essere in aula per la seduta di ieri, e’ stata prescritta una settimana di riposo. (Bil/ Dire) 19:20 06-11-13 NNNN

css.php