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Negli ultimi tempi sono entrato nel vortice di Facebook ed ho trascurato il mio blog. Ma oggi mi andava di mettere giù un paio di considerazioni sulla situazione che si è creata dopo la morte di Eluana. Da tanto tempo, credo, il paese non veniva scosso così profondamente da una vicenda pubblica. Non tutto il paese, certo, se otto milioni di italiani sono rimasti inchiodati al Grande Fratello la sera di lunedì (bravo Mentana che ha colto l’occasione per mandare al diavolo la tv dello psiconano). Ma in tanti sì, e fra questi io stesso. In questi giorni ho la sensazione di aggirarmi fra le macerie dopo un terremoto.

La violenza di chi si è opposto alla libertà di decisione di Beppino Englaro, nonostante una sentenza definitiva, non è qualcosa di teorico, di lontano. È una violenza che ho sentito accanto a me come una minaccia alla mia personale libertà. Ho rispetto e compassione per quei cattolici che in buona fede, anche se con argomenti sbagliati e profondamente illiberali, hanno lottato e sofferto perché non volevano che Eluana morisse. Provo invece uno sdegno incontenibile per quegli atei devoti che hanno deciso di utilizzare la tragedia di una famiglia e di un paese per mettere in campo una strategia ai limiti del golpismo. Non riesco a provare nessun rispetto, ma solo disprezzo per un Quagliarello, ex radicale, ex liberale, che spende il suo cinismo come un caso di coscienza. Né per un Gasparri, che in una suprema marchetta verso il Capo arriva ad accusare quel galantuomo di Napolitano di essere un assassino (oggi ho presentato a nome del gruppo PD un ordine del giorno in Consiglio comunale su questo tema: odg_napolitano-12feb09.doc ). Allo stesso tempo trovo insopportabili quei “cattolici in politica” (spesso molto secolari quando si tratta della loro vita privata) che ritengono di poter imporre per legge, utilizzando una loro posizione di potere, la loro concezione della vita.

Adesso il Parlamento si accinge ad approvare una legge sul testamento biologico che renderà impossibile scegliere di non trovarsi nella situazione di Eluana, dato che sarà esclusa la possibilità di dichiarare anticipatamente il rifiuto dell’alimentazione e dell’idratazione forzate. Quella legge forse sarà approvata anche con il voto di alcuni esponenti di primo piano del PD: Rutelli, Fioroni, Letta, nonostante i gruppi parlamentari abbiano assunto una posizione (“prevalente”, non unanime che afferma il diritto di ricevere alimentazione e idratazione fino alla fine tranne nel caso in cui non si sia dichiarata espressamente la volontà contraria.

Oggi Ignazio Marino, medico e cattolico, autore di un progetto di legge molto condivisibile sul testamento biologico, ha lasciato la presidenza della Commissione Sanità del Senato per andare a presiedere la Commissione d’Inchiesta sul Sistema sanitario. Tutto previsto, tranne che la sostituzione avviene proprio in questi giorni in cui la battaglia di Marino viene abbandonata da una parte di cattolici del Pd e tranne che la sostituta è Dorina Bianchi, teodem. Devono avere protestato in molti se oggi pomeriggio a tutti gli iscritti al Pd è arrivato un sms firmato Walter Veltroni che dice: “La linea del Pd non cambia. Continueremo a sostenere il diritto di ciascuno di esprimere la volontà sulla fine della propria vita.” Benissimo, ne sono lieto. Ma questa situazione per cui il partito assume posizioni prevalenti e poi non arriva a un voto per decidere una linea da adottare rischia di farci scomparire, oltre che di ridurre glispazi di libertà nel paese. Se Veltroni non riesce a farsi carico di questo problema occorrerà che ci provi qualcun altro. Libro consigliato: “Il mare dentro” di Ramón Sampedro.

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