POTREBBE USCIRE A GIORNI, ATTESA DECISIONE PROCURA CORTE APPELLO (DIRE)Bologna, 31 lug. – Potrebbe uscire a giorni dal carcere la bimba di due mesi reclusa insieme alla madre 19enne nell’istituto della Dozza di Bologna: nel giro di quattro giorni dalla Corte di appello dovrebbe arrivare la decisione di sospendere la carcerazione della donna fino a quando la figlia non avra’ compiuto un anno. A sostenerlo e’ l’avvocato della ragazza, Alberto Simionati, che spiega di aver presentato ieri i documenti per la scarcerazione della sua assistita, e di essere convinto che al 90% madre e figlia usciranno di prigione a breve. E tutto perche’ proprio in queste ore la donna e’ stata condannata in primo grado: “Potrebbe sembrare un paradosso- racconta oggi l’avvocato Simionati- ma adesso che c’e’ la sentenza le due hanno piu’ probabilita’ di uscire…”. La decisione ora non spetta piu’ a Rimini, ma alla Procura generale di Bologna, e per l’esattezza al sostituto procuratore Giancarlo Di Ruggiero. Simionati ribadisce di contare molto sull’ipotesi di scarcerazione, pur temporanea e a scadenza di circa otto mesi: “Di solito, a Bologna non si incontrano problemi di sorta, li’ sono attenti a questo genere di casi e prendono le decisioni in fretta”. La bimba da ormai un mese e’ costretta all’interno della Dozza assieme alla madre, che fino a qualche giorno fa era in custodia cautelare e in attesa di giudizio. In questo lungo periodo, la direzione della Dozza ha cercato di far trascorrere alle due meno tempo possibile in cella, con educatori e volontari che hanno provato a intrattenere la piccola nella ludoteca della sezione femminile e, se la calura lo permetteva, anche in aree verdi. La situazione della neonata e’ venuta a galla nei giorni scorsi grazie alla denuncia fatta da due parlamentari del Pd, Sergio Lo Giudice e Rita Ghedini, al termine di una visita in carcere. Mentre anche alcuni dirigenti della Dozza avevano sottolineato di aver sollecitato le autorita’ giudiziarie competenti per intervenire sulla questione. Massimo Ziccone, responsabile dell’area educativa del carcere bolognese, aveva spiegato di essere in attesa della decisione del giudice per poter trasferire madre e figlia in qualche struttura idonea. “Il problema- specificava Ziccone- e’ che la madre non ha parenti in Italia a cui affidare temporaneamente la bimba, e inoltre ha dei precedenti importanti che non permetterebbero misure alternative alla custodia cautelare”. Proprio in questi giorni, pero’, dal Tribunale di Rimini (che si e’ occupato del caso) e’ arrivata la sentenza in primo grado, che ha di fatto condannato la 19enne. L’ottimismo per la possibile fine di una vicenda cosi’ drammatica, in cui una neonata e’ stata costretta a trascorrere i primi mesi di vita dentro una cella, viene pero’ stemperato dalla garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, che ricorda come nel 2012 fu approvata una legge volta ad impedire il crearsi di queste situazioni, legge che di fatto non e’ ancora stata applicata e difficilmente lo sara’ a breve. “Avevano stabilito che dal gennaio 2014 le madri con figli cosi’ piccoli dovessero essere accolte in strutture idonee e non tenute in cella- ha spiegato- lo hanno deciso due anni fa, rimandando l’entrata in vigore della legge perche’ allora non c’erano soldi per costruire questo genere di strutture. Ma in questi due anni non sono state investite risorse, almeno non in Emilia-Romagna, e quindi con ogni probabilita’ l’entrata in vigore della norma slittera’ ancora”. Questo significherebbe che casi come quello della bimba di due mesi alla Dozza, potrebbero presentarsi anche in futuro. (Dires – Redattore Sociale) (Rer/ Dire) 17:47 31-07-13 NNNN
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