(ANSA) – ROMA, 8 NOV – Sarà possibile contrarre un matrimonio tra persone dello stesso sesso in Italia per i cittadini stranieri il cui paese di origine non contempla tale possibilità anche se non hanno la cittadinanza e la residenza nel nostro Paese. E’ questa una delle disposizioni contenute nei tre decreti legislativi che renderanno attuabile la legge sulle unioni civili e la faranno entrare pienamente nel nostro ordinamento.

La discussione generale sui tre testi è in commissione Giustizia del Senato e la previsione è di approvarli entro novembre per il via libera definitivo prima della scadenza del 31 dicembre 2016. La relatrice in commissione è Monica Cirinnà, madrina della legge sulle Unioni civili. I tre decreti prevedono il coordinamento in materia penale, il riordino delle norme di diritto internazionale e le disposizioni per l’adeguamento delle norme dell’ordinamento dello stato civile in materia di iscrizioni, trascrizioni e annotazioni.

“Il decreto – spiega il senatore Sergio Lo Giudice (Pd) – prevede che non ci siano discriminazioni in base al sesso così, come per la religione, questo decreto stabilisce che in mancanza di un nullaosta dal paese di provenienza l’unione civile tra persone dello stesso sesso si possa celebrare ugualmente. Tuttavia va previsto l’utilizzo di una qualche certificazione, un certificato di stato libero o un’autocertificazione per non intasare i tribunali”.

Tra gli altri contenuti dei decreti legislativi sulle unioni civili la conferma che non ci saranno nuovi oneri a carico del bilancio dello Stato. Inoltre viene specificato che il termine matrimonio viene equiparato ad unioni civili ai fini della legge penale. Nel momento della costituzione di un’unione civile le parti, con una dichiarazione, possono stabilire di assumere un cognome comune. Nella stessa dichiarazione è possibile scegliere anche il regime patrimoniale che, come nel matrimonio, in assenza di scelta sarà quello della comunione. Sono poi previsti registri specifici in attesa dell’entrata in funzione degli archivi informatici. Infine gli italiani all’estero dovranno rivolgersi agli uffici consolari e costituire l’unione secondo la normativa nazionale. Più complicata la situazione degli stranieri residenti in Italia che però sono stati uniti in un altro Paese. I decreti non specificano, in caso di necessità, l’applicazione del principio di maggior favore, ovvero del contratto di unione più favorevole alla coppia.(ANSA).

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