Oggi pomeriggio sono intervenuto in Senato per chiedere che l’Italia faccia sentire la propria voce contro la legge antigay approvata dal Parlamento russo. Il video e il testo del mio intervento in aula.

Senato della Repubblica – 4 Settembre 2013

Presidente, colleghe e colleghi,
la legge anti-gay licenziata nei mesi scorsi dal Parlamento russo e firmata dal Presidente Putin sancisce che la ”propaganda di relazioni sessuali non tradizionali davanti a minori” e’ punibile con una multa che va dai 4 mila ai 5mila rubli. Chi occupa una carica pubblica rischia una sanzione dai 40mila ai 50mila rubli e chi ha un ruolo nella magistratura fino a 1 milione di rubli. Anche gli stranieri sono punibili con una multa fino a 100mila rubli (24mila euro) e rischiano l’espulsione o 15 giorni di carcere. La legge estende a tutto il territorio nazionale una norma già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed in altre grandi città russe.

Da ora in poi sarà reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po’ vaga, di “propaganda” darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe cittadini colti ad esprimere un’opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Inoltre consentirà di mettere al bando eventi o manifestazioni che possano essere ritenuti a rischio di “propaganda gay”.

Forte è stato lo sdegno espresso dall’opinione pubblica internazionale e voci di ferma condanna sono state espressa da numerosi Paesi.

Il Ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha dichiarato che questa chiara violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali mette a rischio le relazioni fra Europa e Russia.

Il nostro Ministro degli esteri Emma Bonino ne ha parlato a Roma con il suo omologo russo, Sergey Lavrov che si e limitato a ribadire che in Russia non c’è nessuna discriminazione, ma che si tratta di iniziative a tutela dei minori.

Nella giornata del 3 settembre in diverse città italiane le associazioni Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender ) italiane si sono unite al coro di voci che si é alzato in varie città del mondo come Londra, New York, Rio de Janeiro, Montevideo, Ottawa, Parigi per chiedere l’abrogazione della legge e aderendo alla campagna #Russia4Love e al kiss-in ToRussiaWithLove che si terrà il prossimo 8 settembre in diverse città del mondo .

Il 5 e il 6 settembre si terrà proprio a San Pietroburgo la riunione del G20. Il vertice si occuperà di questioni economiche e finanziarie e , con ogni probabilità, degli sviluppi dalla crisi siriana.

Il fatto che il G20 si svolga nella città di San Petroburgo non può lasciare nel silenzio la grave la violazione di diritti umani in atto in Russia.

Il Premier britannico David Cameron ha dichiarato che criticherà pubblicamente la legge durante il vertice. Il presidente statunitense Barack Obama ha in programma , durante la sua permanenza a San Pietroburgo, un incontro con alcuni rappresentanti della comunita’ Lgbt russa.

Sarebbe assai utile, e coerente con la dichiarata attenzione al problema dei diritti umani in Russia da parte dei paesi dell’Unione Europea, che anche il nostro Presidente del Consiglio non mancasse di utilizzare questa occasione per esprimere le preoccupazioni dell’Italia per le libertà civili delle persone Lgbt in Russia.

Mi auguro che il presidente Enrico Letta voglia accogliere questo appello e unirsi a Cameron e Obama in un gesto che riaffermi la necessità del rispetto dei diritti umani come base per le relazioni internazionali fra gli Stati.

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