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Il mio intervento in Consiglio comunale in occasione della Giornata Mondiale di lotta all’Aids

Oggi,  1 dicembre 2008 ricorre come ogni anno  la Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS. Il tema di quest’anno è : “Fermiamo l’Aids – Guidare – Responsabilizzarsi – Attivarsi”. È il monito che la World Aids Campaign rivolge ai governi del mondo affinché la politica assuma la leadership  necessaria a mantenere gli impegni assunti.  La conferenza programmatica dell’UNGASS,  l’ Assemblea Generale dell’ONU sull’AIDS, del giugno scorso – in cui  l’Italia non ha neanche presentato il proprio  report  sullo stato di avanzamento delle politiche anti AIDS – ha dato indicazioni su come rafforzare le strategie anti Aids. In agosto, la 17  Conferenza Mondiale sull’Aids di Città del italiane Messico ha denunciato il forte aumento  del contagio nel mondo – anche in Europa e in Italia il numero dei nuovi casi ha ripreso a  crescere a gran ritmo  – e ha chiesto ai governi uno sforzo straordinario .  Una Risoluzione del Parlamento Europeo del 20 novembre i scorso ha invitato gli Stati membri a formulare una strategia sull’HIV al fine di promuovere la diagnosi precoce, intervenire con interventi mirati sui gruppi più vulnerabili, garantire  l’assenza di discriminazioni contro le persone che vivono con l’HIV, rafforzare le campagne di prevenzione e la sperimentazione.  Purtroppo l’Italia sembra voler ignorare questi appelli né i risultati delle assemblee citate hanno avuto alcuna conseguenza nel nostro paese.  L’Italia, nel 2001 aveva  firmato, la Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite impegnandosi ad arrestare la diffusione del virus HIV e a estendere entro il 2010 a tutti i malati l’accesso a cure e servizi sanitari. Ebbene, l’unica iniziativa di rilievo degli ultimi otto anni in Italia è stata una campagna di informazione e prevenzione lanciata nel 2007 dal ministro Livia Turco, che interrompeva anni di silenzio e dal silenzio è stata seguita.Si continua a trascurare qualsiasi informazione sull’uso del preservativo, con un’incidenza negativa soprattutto sul contagio delle donne all’interno delle famiglie, dove l’ultima rilevazione statistica ha registrato un calo del 6% nell’uso del preservativo. Le persone sieropositive sono ancora esposte ad atti di discriminazione da parte di datori di lavoro, istituzioni, persino da personale medico. In Italia la legislazione sulle droghe è in netto contrasto con la politica di prevenzione europea, e questo produce marginalizzazione, carcerazione., rischio di contagio di Aids ed epatite. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, In Italia oggi ci sono 120mila persone sieropositive, di cui 23.000 con diagnosi di Aids, un numero alto   a fronte dei 58.400 casi di Aids registrati in Italia negli ultimi tre decenni, e dei 35.300 decessi nello stesso periodo.Il prolungamento della vita, dovuto al successo delle terapie antiretrovirali, è un dato acquisito: nel 2007 ci sono stati 190 decessi a fronte dei 4581 del 1995. Ma questo, naturalmente, non incide sull’aumento del numero di nuove infezioni, che ammontano a quasi 4000 l’anno.  Diminuiscono i tossicodipendenti, aumentano i casi per via sessuale che, dal 1997 ad oggi sono passati dal 20,7% del totale al 43,7% per contatti eterosessuali  e dal 15% al 22% per contatti omo/bisessuali. L’Emilia Romagna rimane la quarta regione italiana per numero dei contagi, col 10% del totale, dopo Lombardia, Lazio e Toscana. Qui in Regione, secondo il rapporto Aids dell’Assessorato alla Salute, nel 2007 si sono registrati 120 nuovi casi, di cui 23 a Bologna. Ma il dato più inquietante è che più del 50% delle persone scoprono di essere sieropositive solo al momento della diagnosi di Aids, segno di una bassa percezione del rischio e di uno scarso utilizzo del test: basti pensare che in Italia vi si è sottoposto appena il 30% della popolazione , contro il 60% di paesi come Francia o Stati Uniti. Questi dati ci dicono che non è possibile abbassare la guardia.  Facciamo in modo che anche a livello locale la politica sappia svolgere il suo ruolo di guida in un generale processo di responsabilizzazione e per l’attivazione di pratiche concrete.www.lila.it www.casserosalute.it www.arcigay.it

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