colosseo.jpg

Sono tornato dalle mie vacanze in Spagna ed ho trovato un’Italia ancora più impazzita. L’immagine di quei vigili urbani di Termoli che cercano di chiudere un ambulante nel bagagliaio della macchina la dice lunga sulla caduta di certi freni inibitori che rappresentavano solidi argini alla strafalcioneria italica. Francesco Merlo, firma di punta del nostro quotidiano più laico, ha attaccato frontalmente Arcigay per le proteste contro il vergognoso oscuramento della presenza di una famiglia omosessuale – Domenico, Pierrick e il piccolo Ethan- sull’aereo esploso a Madrid. E l’ha fatto con un accanimento e un astio che la dice lunga su quanta omofobia permanga anche nella parte più progressista della nostra intellighenzia. Concita De Gregorio (brava, bella, brillante: i migliori auguri!) inizia il suo editoriale di esordio alla direzione dell’Unità scrivendo: “Sono cresciuta in un Paese fantastico di cui mi hanno insegnato ad essere fiera”. Confesso di avere provato un certo imbarazzo leggendo quella frase. Anch’io sono cresciuto in un paese fantastico di cui mi hanno insegnato ad essere fiero. Il fatto è che col tempo il mio paese mi sembra sempre meno fantastico ed ogni tanto mi capita anche di provare un po’ di vergogna. Poi mi guardo intorno e vedo l’Italia che mi piace. A Bologna centinaia di volontari sono già all’opera per mettere a punto la Festa dell’Unità. Le organizzazioni lgbt stanno preparando un autunno di mobilitazione contro la totale afasia del governo. L’Italia che non si arrende continua a scavare. Ma sì, dopo tutto vale la pena riporre il telo da bagno e rimboccarsi di nuovo le maniche. La lotta, nonostante tutto, continua.

Sergio Lo Giudice

 

css.php