Oggi, con il voto positivo del Senato, si é conclusa la prima tappa della riforma costituzionale. Ce ne saranno altre tre in Parlamento, perché questo prevede la Costituzione, più una quinta affidata alla volontà popolare: c’é infatti un impegno della maggioranza e del governo ad arrivare a un referendum confermativo del testo approvato dalle Camere.

Io ho deciso di non partecipare al voto. Ho assunto questa decisione insieme a un gruppo di senatori Pd con cui ho condiviso un percorso di proposte di miglioramento di un testo che non ci ha convinto. Ho firmato una quarantina di emendamenti: in questo video ne illustro brevemente uno, sulle leggi di iniziativa popolare e il referendum propositivo.

Ho votato quasi sempre come da indicazioni del mio gruppo, tranne su quei punti su cui avevamo avanzato precise proposte a nostro giudizio migliorative.

Rimangono alcune questioni irrisolte. Non mi riferisco tanto al punto, che avevamo posto come centrale, dell’elezione diretta dei nuovi senatori. Su questo prendo atto di una volontà diversa della maggioranza e questo sarà lo schema su cui si confronteranno le altre tre letture del testo previste. Penso piuttosto a temi su cui il Senato si è confrontato a lungo senza arrivare a una soluzione, su cui adesso la Camera dei Deputati sarà chiamata a discutere: la platea di elettori del Presidente della Repubblica, che sarebbe sbilanciata in senso fortemente maggioritario rispetto ad oggi; la questione del superamento dell’immunità dei parlamentari, che trova oggi un nuovo nodo nella sua estensione ai senatori/consiglieri regionali; le modalità di esercizio efficace delle forme di partecipazione diretta.

Sullo sfondo, la necessità che la prossima discussione sulla legge elettorale per la Camera tenga conto che, a fronte di un Senato di eletti di secondo livello, occorra superare le liste bloccate previste dall’Italicum e consentire agli elettori di scegliere direttamente almeno una parte dei parlamentari. La non partecipazione al voto di oggi è un segno che per noi il cantiere è ancora aperto e che continueremo a proporre soluzioni migliorative di questa riforma.

La dichiarazione di Vannino Chiti di non partecipazione al voto del DDL sulle riforme costituzionali. Vale anche per me.

ALLEGATO
Nota illustrativa: “La Riforma costituzionale. Il testo approvato dal Senato”

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