LA POLEMICA Sbagliato il pesante attacco delle Acli al Pd per il sostegno alla manifestazione

L’Unità Bologna, martedì 17 giugno 2008

Sergio Lo Giudice

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In un intervento su l’Unità di ieri dal titolo “Laici e cattolici contro il razzismo”, il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero e quello dell’Arci Paolo Beni mettono in guardia contro il rischio di una nuova intolleranza. Lo fanno con l’autorevolezza di chi rappresenta un pezzo importante della storia civile della nostra Repubblica, due organizzazioni di massa che hanno contribuito a costruire l’Italia democratica. “Abbiamo bisogno di porre le basi di un nuovo patto di convivenza fra i cittadini di una comunità plurale, – scrivono – un patto che risponda al bisogno di sicurezza di ciascuno riconoscendo a tutti pari dignità e uguali diritti. Sono gli stessi principi che animarono la nostra Carta Costituzionale e che hanno garantito in questi sessant’anni la tenuta della democrazia”.

Pari dignità e uguali diritti sono anche la parola d’ordine del Pride nazionale lesbico gay bisessuale trans che si terrà il 28 giugno a Bologna. Sul l sostegno del Pd alla manifestazione è intervenuto nei giorni scorsi il presidente bolognese delle Acli Francesco Murru. Ma accanto alle parole del suo omologo nazionale, le sue affermazioni stridono come gesso su una lavagna. Murru accusa il Pd bolognese di sconfessare alcuni principi cari ai cattolici: la centralità della persona, il rifiuto dell’individualismo, la centralità della famiglia. Sono affermazioni pesanti perché indicano in gay, lesbiche e trans gli avversari di valori comuni importanti. Saranno utili alcune precisazioni.

La centralità della persona è uno dei valori principali alla base del Pride. Donne e uomini sottoposti a stigma sociale, a discriminazioni, a violenze psicologiche e spesso fisiche, il cui destino per generazioni è stato quello della finzione e del nascondimento, attraverso la giornata dell’orgoglio lgbt affermano di assumere a testa alta la responsabilità della propria vita, della propria identità e delle proprie relazioni.

Il rifiuto dell’individualismo è alla radice stessa della nascita della comunità lgbt. Fino ad allora le persone omosessuali vivevano in una dimensione atomizzata, staccate l’una dall’altra se non per fugaci e colpevoli incontri sessuali. Da alcuni decenni, una socialità alla luce del sole è stata resa possibile in una parte del pianeta e, con essa, la costruzione di relazioni sociali e percorsi comuni.

La centralità della famiglia – la cui possibilità è stata negata per millenni alle persone omosessuali – è la nuova frontiera del movimento lgbt. La costruzione di relazioni affettive stabili è in crescita esponenziale. L’esperienza di coppie dello stesso sesso – per lo più donne – che allevano con amore i loro figli è una realtà crescente. Famiglie Arcobaleno, l’associazione delle famiglie omosessuali, sfilerà a Bologna insieme ad Agedo, l’associazione dei genitori di omosessuali, segno di una coesione fra generazioni che è un valore in sé. Se si vogliono contrastare i diritti di gay, lesbiche e trans, si utilizzino altri argomenti. La disgregazione sociale non abita più qui.  rassegna-pride-pd-e-acli.pdf

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