giampilieri

25 morti e 35 dispersi. Questo il bilancio provvisorio della frana che ha distrutto Giampilieri, Scaletta, Altolia e altri centri della fascia montana a sud di Messina. Certo, l’imprevedibilità della natura. Certo, l’eccezionalità di una pioggia di quantità inaudita. Ma non è qui che stanno le vere cause del disastro di Messina. “Piove, governo ladro”, si diceva una volta per sottolineare il paradosso di un eccesso di responsabilizzazione della politica di fronte ad un evento naturale. Ma di naturale nella frana di Giampilieri c’è bel poco. Al contrario, c’è un’azione tanto ostinata quanto irresponsabile dell’uomo che sulla natura interviene senza regole e senza vergogna, pensando all’interesse dell’oggi e non a rendere sostenibile l’utilizzo del territorio.

C’è una responsabilità forte e precisa del Governo nazionale, che invece di provvedere a correggere il dissesto idrogeologico del territorio (la provincia di Messina è una delle zone del Paese più devastate) punta ad investire somme astronomiche su un’opera grande quanto inutile come il Ponte, su cui anche il presidente Napolitano  non ha mancato saggiamente di puntare il dito.
C’è un responsabilità altrettanto grande della classe politica locale, a partire dal sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, che già una volta era stato destituito per avere mancato ai suoi obblighi istituzionali, e che non ha messo in campo nessun intervento dopo che l’alluvione del 2007 aveva mostrato senza equivoci la pericolosità della situazione. Ancora in questi giorni, la Giunta comunale di Messina insiste nel negare la presenza di abitazioni abusive, omettendo che la stessa Polizia Municipale aveva chiesto l’abbattimento di 200 edifici abusivi nella sola Giampilieri
C’è, certo, anche  una responsabilità diffusa, di chi costruisce senza regole. Ma quanto è grande la responsabilità di chi omette i controlli, non applica le sanzioni, non governa il territorio che gli è stato affidato dai cittadini? E purtroppo talvolta anche nella indifferenza o nella sottovalutazione di una certa sinistra locale (chi non si ricorda il sindaco comunista di Vittoria difendere gli “abusivisti per necessità” o lo scandalo che, qualche anno fa, toccò anche il sindaco progressista di Messina Franco Providenti su decenni di oneri di urbanizzazione non pagati e non richiesti dall’amministrazione?).
Berlusconi ha appena varato un piano casa che va nella direzione esattamente opposta a quella necessaria: permettere l’ampliamento quantitativo del costruito, laddove si dovrebbe puntare sulla qualità delle costruzioni. Il centrodestra bolognese ha tuonato al boicottaggio quando il Comune di Bologna ha escluso la collina dalle aree di applicazione della misura.
Così, di sanatoria in sanatoria, ci siamo mangiati il paesaggio e le stesse radici delle nostre case, che adesso sono pronte a franare sotto una pioggia d’ottobre. Alla faccia della natura.

Sergio Lo Giudice

IBAN IT 91Y0102016598000300034781, C.C.P. N. 14063986 – intestato al Comune di Messina – Servizio Tesoreria – casuale: “pro-alluvionati”

css.php