Uccisione dell’orsa Daniza. Insieme ai colleghi Senatori Cirinnà, Amati, Bonfriso, Repetti, De Petris, Fucksia, Granaiola, Idem, Valentini e Cociancich ho sottoscritto questa interrogazione al Ministro dell’Ambiente.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA URGENTE
(ex art. 151 Reg. Sen.)

Al Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare
Premesso che:
in data odierna, dopo essere stata braccata per un mese, è stata uccisa l’orsa Daniza, che non é sopravvissuta alle massicce dosi di narcotico sparatele dalla squadra di cattura, intervenuta a seguito dell’ordinanza emessa dalla Giunta della Provincia Autonoma di Trento. La vicenda aveva notevolmente sensibilizzato l’opinione pubblica, che da circa un mese, si era mobilitata in difesa dell’orsa “colpevole” di aver ferito un uomo in presenza dei propri cuccioli;
sulla vicenda il Corpo Forestale dello Stato ha già annunciato la propria volontà di aprire un’indagine, ipotizzando la sussistenza dei reati di cui agli articolo 544-bis e 544- ter del Codice penale. Il Codice Penale, infatti, all’articolo 544 bis punisce “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale” e all’articolo 544 ter punisce “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche”;
Considerato che:
il comma 1, dell’articolo 2 della Legge 11 febbraio 1992 recante ” Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” inserisce tra le specie particolarmente protette gli orsi;
il Decreto Presidente della Repubblica dell’ 8 settembre 1997 recante “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” stabilisce che l’Italia, come gli altri Stati dell’Unione Europea che ospitano popolazioni di Orso bruno, è tenuta a sorvegliarne lo stato di conservazione ed a tutelarlo in quanto specie di interesse comunitario;
in particolare l’Allegato B del predetto Decreto inserisce gli orsi tra le specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione e l’Allegato D lo inserisce tra le specie di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. A tal fine l’articolo 8 stabilisce che: ” Per le specie animali di cui all’allegato D, lettera a), al presente regolamento, è fatto divieto di: a) catturare o uccidere esemplari di tali specie nell’ambiente naturale; b) perturbare tali specie, in particolare durante tutte le fasi del ciclo riproduttivo o durante l’ibernazione, lo svernamento e la migrazione (…);
la Direttiva 2008/99/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla tutela penale dell’ambiente, attuata con Decreto legislativo 7 luglio 2011, n. 121 vincola gli Stati membri a garantire protezione penale agli animali, quali l’orso, oggetto di specifiche tutele internazionali e comunitarie.

Rilevato inoltre che:
la reintroduzione dell’orso in Trentino, allo scopo di garantire la conservazione del piccolo nucleo di orsi oramai destinati all’estinzione, ha avuto inizio nel 1999, grazie al progetto Life Ursus ed ai correlati finanziamenti dell’Unione Europea. Il buon successo dell’iniziativa è stato testimoniato negli anni dalla ripresa della popolazione di Orso, nonché dal fatto che l’Unione Europea abbia, inoltre, finanziato il progetto del Parco dell’Adamello-Brenta per ben tre volte mediante l’accesso agli strumenti finanziari Life;
dal 1° settembre 2010 la gestione e la tutela dell’Orso in provincia di Trento, sono entrate a far parte del progetto Life Arctos, che vede tra gli obiettivi principali proprio la gestione del fenomeno degli orsi problematici presenti in provincia di Trento e lungo il confine tra la regione Friuli Venezia-Giulia e la Slovenia, oltre che in tutto l’areale dell’Orso Marsicano. Tale progetto, che si concluderà il prossimo 31 dicembre 2014, è stato finanziato dall’Unione Europea e dagli altri partner, per un importo di circa sei milioni di euro;
in data 29 luglio 2014, con atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02556, l’interrogante aveva già chiesto al Ministro in indirizzo, a seguito della delibera n. 1241 del 18 luglio 2014 della Giunta della Provincia Autonoma di Trento, con la quale era stata approvata la “Modifica del piano d’Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro-Orientali” (PACOBACE), di attivarsi al fine di impedire l’uccisione dell’orsa e dei suoi cuccioli;
in particolare, nel predetto Atto di Sindacato Ispettivo, si sottolineava la pericolosità, nonché i profili di contrasto con le normative comunitarie e nazionali in materia, di affermazioni quali quelle relative al “(…) riconoscimento alla Provincia di un’adeguata indipendenza gestionale nei riguardi della frazione della popolazione ursina maggiormente problematica, consentendo, nel rispetto di criteri condivisi e codificati, decisioni autonome e necessariamente tempestive circa la rimozione dei soggetti problematici”.

Chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, alla luce dei fatti esposti in premessa, non ritenga necessario e urgente adoperarsi al fine di chiarire la dinamica dei fatti che hanno portato all’uccisione dell’orsa Daniza;
se il Ministro in indirizzo non ritenga altresì necessario attivarsi con la massima sollecitudine sottraendo alla Provincia di Trento la gestione della popolazione ursina presente nel suo territorio, affidandola, invece, alla competenza del corpo Forestale dello Stato, al fine di garantire la messa in sicurezza di una specie di interesse comunitario che richiede una protezione particolarmente rigorosa che, come di tutta evidenza, non è garantita dalla Provincia di Trento.

CIRINNA’, AMATI, BONFRISCO, REPETTI, DE PETRIS, FUCKSIA, GRANAIOLA, LO GIUDICE, IDEM, VALENTINI, COCIANCICH

css.php