La scuola sta finendo ed è tempo di scrutini. Ma quest’anno la serenità delle operazioni di fine anno è stata turbata da un blitz del cattolicissimo Ministro della Pubblica istruzione Beppe Fioroni. Un omaggio (l’ennesimo) alla Conferenza Episcopale italiana che stavolta ha fatto infuriare mezzo mondo.

 

Manifestazione per la scuola pubblica, Bologna 1999

L’antefatto sta in un’ordinanza ministeriale sullo svolgimento degli esami di Stato, emanata da Fioroni il 15 marzo scorso

(www.pubblica.istruzione.it/normativa/2007/allegati/om26_07.pdf).

All’art. 8 di quel testo il Ministro introduce una novità: per la prima volta all’attribuzione del credito scolastico (il punteggio annuale che contribuisce a determinare il voto finale dell’esame di Stato) partecipano a pieno titolo anche gli insegnanti di religione o di eventuali materie alternative (facoltative, di cui quasi nessuno si avvale). Non solo: l’attribuzione del punteggio dovrà tenere conto dell’interesse e del profitto con cui gli studenti hanno seguito l’ora di religione ( o la materia alternativa).

Come sa bene chiunque abbia passato qualche anno sui banchi di scuola, l’insegnante di religione, mette in genere voti più alti della media, premiando così chi ha scelto di avvalersene. Inoltre, come sa bene chiunque abbia passato qualche anno dietro una cattedra, i docenti di religione, per lo stesso motivo, tendono a tutelare i loro studenti in modo particolare.

Ora, che questa valutazioni siano condivise o meno, rimane il fatto che la composizione del consiglio di classe che deciderà il risultato di alcuni alunni è differente da quella di chi deciderà la sorte di altri, e questo crea una situazione oggettivamente discriminatoria.

Per questo, una serie di associazioni ( Consulte romana e torinese per la laicità delle istituzioni, Federazione Chiese Evangeliche, Tavola Valdese, CIDI, UAAR, Comitato Scuola e Costituzione e molte altre) ha deciso di impugnare l’ordinanza di fronte al TAR del Lazio (www.comune.bologna.it/iperbole/coscost/) che, sorpresa!, blocca l’ordinanza, in quanto “darebbe luogo ad una disparità di trattamento con gli studenti che non seguono né l’insegnamento religioso e né usufruiscono di attività sostitutive” (www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=007229 ).

Ma Fioroni non si arrende e, croce in resta, fa appello al Consiglio di Stato. A questo punto, il Consiglio decide che si pronuncerà il 12 giugno, cioè quando gli scrutini saranno già finiti, e intanto blocca l’ordinanza del Tar. Risultato: l’ordinanza di Fioroni rimane in vigore, gli scrutini si svolgeranno nell’incertezza e il principio di pari trattamento fra gli studenti rischia di essere messo i discussione da una misura ingiusta ed ideologica.

Da qui l’appello di tante associazioni (www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=007226 )
condiviso anche dalla Flc della Cgil e che faccio mio:

Chiediamo al Presidente del Consiglio on. Romano Prodi di adoperarsi in tempi rapidissimi affinché impedisca questo grave scempio della laicità della scuola pubblica e vengano ristabiliti lo status quo ante, la legalità e la certezza del diritto, dal momento che il Governo può annullare in sede di autotutela le contestate e discriminatorie innovazioni apportate dall’ O.M. 26/2007.

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