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Makwan Mouloudzedeh, vent’anni, e’ stato impiccato in un carcere della provincia occidentale di Kermanshah, perché giudicato colpevole di aver violentato tre ragazzini quando era appena tredicenne. Makwan era stato arrestato l’anno scorso, prelevato dalla casa dei suoi genitori e fatto sfilare su un asino per la città di Paveh. La condanna a morte, eseguita all’alba di ieri, era stata inflitta a maggio, nonostante i suoi accusatori avessero ritrattato la loro versione iniziale. In novembre, inoltre, il ministro della Giustizia, ayatollah Mahmoud Hashemi-Shahroudi, aveva chiesto la sospensione di una condanna che riteneva contraria alla sharia, la legge islamica. Ma il suo rilievo era stato ignorato.

Immediata la condanna di Human Rights Watch. “Siamo sconvolti”, ha affermato Clarissa Bencomo, ricercatrice per il diritti dei minori per il Medio Oriente di Hrw, “L’Iran e’ il Paese in cui si sono verificate il numero più alto di esecuzioni tra i bambini e gli adolescenti”. Per il gruppo italiano EveryOne, si tratta dell’ennesimo atto di discriminazione e violenza contro l’omosessualita’. (AGI / Reuters)

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