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Il senatore Lo Giudice: “E ora i matrimoni alle coppie gay”
di Paola Benedetta Manca

Il senatore emiliano-romagnolo Sergio Lo Giudice, già nei primi giorni del suo insediamento, ha richiesto all’Ufficio di presidenza del Senato l’estensione della copertura assicurativa sanitaria al suo compagno Michele, sposato recentemente in Svezia.
Ora che l’ufficio di presidenza della Camera ha approvato a maggioranza la concessione dell’assistenza sanitaria, la speranza è che anche il senato si muova in questa direzione.


Senatore Lo Giudice, come giudica questa decisione da parte dell’Ufficio di Presidenza della Camera?

E’ un passaggio molto importante. Il Parlamento ha dovuto prendere atto che, quando si parla di convivenza tra persone, bisogna tener conto del principio legislativo per cui le coppie di fatto dello stesso sesso e quelle di sesso diverso hanno gli stessi diritti. Un principio ribadito di recente anche dalla Corte Costituzionale.

Quindi è un passo avanti importante?
Sì, però il fatto che il Parlamento abbia preso questa decisione crea una contraddizione enorme rispetto al fatto che questa parità non viene invece riconosciuta dalle leggi dello Stato. Comunque è un altro mattone per l’abolizione della discriminazione delle coppie dello stesso sesso, anche se non è ancora abbastanza.

Cosa ci vuole adesso?
Io ho già presentato una proposta di legge per l’estensione del matrimonio anche a persone dello stesso sesso e la decisione della Camera mi fa sperare che si sia fatto un passettino in questa direzione.

Da molti, però, la prerogativa dei deputati di estendere l’assicurazione sanitaria al compagno dello stesso sesso è stata vista come un ennesimo privilegio concesso alla casta politica…
In realtà si tratta di due cose molto diverse. Un conto è parlare della diminuzione dei costi della politica e dei benefit dei parlamentari, un altro è combattere una battaglia per tutti quanti contro le differenze di trattamento tra coppie di fatto eterosessuali e gay.

Ma come si può fare ad estendere la possibilità che la Camera ha dato ai suoi deputati anche ai lavoratori degli altri settori?
Alcuni ordini, ad esempio quello dei giornalisti o degli avvocati, già lo prevedono. Il punto però è che è necessario fare una legge che equipari i diritti delle coppie di fatto, seguendo i dettami della legge 138 del 2010 della Corte Costituzionale.

L’Italia è pronta a questo passo?
L’Italia e gli italiani sono pronti, purtroppo lo è meno il Parlamento.

Fonte
Il Salvagente

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