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Dopo il mancato insediamento della Commissione LGBT
il Ministro rimuove le tracce dal sito del Dipartimento Pari Opportunità

“Commissione per i diritti e le pari opportunità  per lesbiche, gay, bisessuali e transgender”? NOT FOUND. Questa la risposta impietosa del sito del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri di fronte alla ricerca di una traccia di esistenza in vita di una Commissione – un organismo tecnico tuttora formalmente in vita di cui fanno parte nomi importanti come la sociologa Chiara Saraceno o la costituzionalista Gilda Ferrando – che era stato uno degli atti più innovativi della Ministra Barbara Pollastrini:
http://www.pariopportunita.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=188:commissione-per-i-diritti-e-le-pari-opportunita-per-lesbiche-gay-bisessuali-e-transgender&catid=72:violenza-e-discriminazioni-&Itemid=200
Stessa sorte è toccata al “Forum contro la violenza alle donne, per orientamento sessuale e identità di genere” che per la prima volta si proponeva di affrontare in maniera organica il tema della violenza di genere. Eppure l’istituzione di questi organismi aveva rappresentato un primo passo verso una politica di contrasto istituzionale alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

A fronte dell’assenza di dati ufficiali sulle discriminazioni  contro gay, lesbiche e trans, inoltre, il governo Prodi aveva stanziato  300.000 euro per commissionare all’Istat un’indagine specifica. Uno dei primi atti del nuovo Ministro era stato quello di bloccare quello stanziamento, poi finito nel calderone dei finanziamenti per l’abolizione dell’ICI.
Adesso, persino i decreti istitutivi dei due organismi, che fino a qualche settimana fa campeggiavano sul sito del Ministero sono stati rimossi.

In questi mesi un’onda favorevole all’abbattimento di pregiudizi secolari contro gay, lesbiche  e trans sta attraversando vaste aree del pianeta. Hillary Clinton ha esteso ai partner omosessuali dei diplomatici USA gli stessi riconoscimenti previsti per quelli omosessuali. Johanna Sigurdardottir, dichiaratamente lesbica, è stata confermata premier dal voto popolare in Islanda. Il governo conservatore francese si è fatto promotore della depenalizzazione dell’universalità in sede Onu. Uno ad uno gli Stati americani (Massachusetts, Vermont, Connecticut, Iowa) ed europei (Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia,) stanno legalizzando i matrimoni fra persone dello stesso sesso. A Singapore come all’Avana si svolgono per la prima volta marce per i diritti di gay, lesbiche e trans.
In Italia, al contrario. Si spostano all’indietro le lancette del progresso civile. Per il Ministro Carfagna, gay, lesbiche e trans semplicemente non esistono. Ma in un paese in cui le discriminazioni non sono un problema, lei, signor Ministro, cosa ci sta a fare?

Sergio Lo Giudice
Presidente della Commissione per i diritti e le pari opportunità
per lesbiche, gay, bisessuali e transgender

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