145430991-932ad42b-1766-4929-92d6-e8fbd3c62f78(DIRE) Bologna, 14 dic. – “Abbiamo l’ambizione di far ripartire il nostro territorio. Quindi togliamoci le casacche congressuali, come ci invita a fare il nostro segretario nazionale Matteo Renzi. Nessuno abbandoni, nessuno pretenda omologazione culturale, nessuno pensi di fare battaglie di retroguardia”. Di fronte ad una sala Sirenella piena per l’incontro con Fabrizio Barca, il segretario del Pd di Bologna Raffaele Donini, prova a disinnescare le tensioni post-primarie che hanno seguito in particolare la formazione della sua segreteria. L’occasione e’ quella ideale perche’ l’evento con l’ex ministro, che ha votato Civati al congresso, ha portato su un terreno comune (l’organizzazione del partito sul territorio) i sostenitori delle diverse mozioni. In platea con la famiglia c’era anche il neo-componente della segreteria di Matteo Renzi, Filippo Taddei, anche lui civatiano. Presenti tra gli altri Stefano Caliandro, Raffaele Persiano e Carlo Castelli (Cuperlo), Marco Lombardo e Matteo Lepore (Renzi), Sergio Lo Giudice, Luca Rizzo Nervo e Teresa Marzocchi (Civati). Lo spirito di disarmo dell’iniziativa e’ stato reso bene da uno dei relatori, il segretario comunale Pd a La Spezia Jonathan Marsella: “Le correnti non si sciolgono con gli annunci, ma facendo cose di questo tipo”. Del resto lo stesso Barca ha affermato che “la parola chiave della giornata e’ rimescolamento”. Un modo per uscire a suo avviso dal “pantano” in cui e’ bloccata anche l’Emilia-Romagna. “Questa regione ha perso competitivita’ rispetto all’Europa in maniera drammatica. Era una bella storia, si sta impoverendo”, annota l’economista. Tutto bene, dunque? Non proprio, perche’ se non ci saranno sorprese dell’ultim’ora alla direzione di lunedi’ sera si andra’ allo scontro sulla presidenza della direzione. Donini ha annunciato la riconferma di Piergiorgio Licciardello, ma l’ex sfidante Luigi Tosiani si oppone chiedendo che quel ruolo sia affidato alla minoranza congressuale. “Non sono preoccupato per lunedi’ sera, io parto dal presupposto che se ci dobbiamo togliere le casacche dobbiamo farlo tutti”, manda a dire oggi Donini. “Non c’e’ nessuna dittatura della maggioranza- assicura il segretario- per il semplice fatto che sarei stato disponibile a prendere Tosiani e i suoi in squadra con me”. Invece la “direzione non e’ un organismo di garanzia. Licciardello (sfidante di Donini nel 2010, ndr) non chiese la presidenza, venne condivisa. Ha fatto un mandato, ha lavorato bene, perche’ dovremmo togliere un presidente che ha lavorato bene? Penso che possa fare il suo secondo mandato”. (Bil/ Dire) 16:13 14-12-13 NNNN

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