“La Corte d’Appello di Milano rompe un argine e sancisce la possibilità di adozione ‘legittimante’ da parte di una coppia di mamme. Ancora una volta, mentre la politica si avvita su se stessa in discussioni ideologiche puntando a limitare i diritti, un tribunale svela come sia perfettamente coerente col nostro ordinamento giuridico un’adozione piena da parte di due genitori dello stesso sesso”.

Così il senatore democratico Sergio Lo Giudice saluta l’innovativa sentenza (pubblicata dal portale di studi giuridici Articolo29 http://www.articolo29.it/2015/la-corte-dappello-di-milano-dispone-la-trascrizione-di-una-adozione-piena-da-parte-della-mamma-sociale/) con cui la Corte d’Appello di Milano ha ordinato la trascrizione dell’adozione da parte della seconda mamma di una ragazzina nata in Spagna.

“Il disegno di legge 2081 sulle unioni civili, la cui discussione si aprirà a gennaio in Senato, prevede una forma più debole di adottabilità del figlio del/la partner in un’unione civile: si tratta infatti della cosiddetta ‘adozione in casi particolari’ già riconosciuta da diverse sentenze nel nostro paese – spiega Lo Giudice -. Questa forma di adozione non produrrebbe l’affinità con i parenti del genitore adottante per cui il bambino non acquisirebbe rapporti di parentela con i suoi nonni o con i suoi fratelli di fatto. La sentenza di Milano, invece, riconosce un’adozione piena, spostando su un livello più alto l’intensità giuridica della relazione tra il bambino e il nuovo genitore, motivandolo con la sua corrispondenza ‘all’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare costruita con ambedue le figure genitoriali’. Un ulteriore monito ad evitare che in Parlamento si dia vita a soluzioni pasticciate come l’introduzione di nuove forme di affido”.

ANSA/ Gay: donna adottò figlia compagna,giudici ‘atto valido’
Adozione in Spagna.Corte Milano,ok in Italia in interesse minore (di Igor Greganti e Andrea Gianni) (ANSA) – MILANO, 10 DIC – E’ valido anche in Italia il provvedimento con cui una donna ha adottato in Spagna la figlia della sua compagna, nata con fecondazione eterologa. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Milano, ordinando la trascrizione dell’atto, con una sentenza ‘innovativa’ che per la prima volta, da quanto si è saputo, riconosce pienamente la cosiddetta ‘stepchild adoption’ per una coppia omosessuale. Una decisione, quella dei giudici milanesi, che è stata accolta con soddisfazione dall’Arcigay, da Famiglie Arcobaleno e dal senatore del Pd Sergio Lo Giudice, il quale ha affermato che “mentre la politica si avvita su se stessa in discussioni ideologiche”, un tribunale “svela come sia perfettamente coerente col nostro ordinamento giuridico un’adozione piena da parte di due genitori dello stesso sesso”. Per il deputato di Forza Italia Luca Squeri, invece, “è inutile che in Parlamento si discuta di unioni civili e ‘stepchild adoption’ se i giudici scavalcano e si sostituiscono al legislatore”. Il collegio della sezione Minori e Famiglia della Corte d’Appello (presidente Bianca La Monica, estensore Maria Cristina Canziani) chiarisce, dal canto suo, nelle motivazioni, richiamandosi alla normativa italiana ed europea, che non è “contrario all’ordine pubblico un provvedimento straniero che abbia statuito un rapporto di adozione piena tra una persona non coniugata e il figlio riconosciuto del partner, anche dello stesso sesso”. E ciò perché, in primo luogo, va valutato “l’interesse superiore del minore al mantenimento della vita familiare”. Le due donne italiane hanno iniziato una relazione nel ’99 e nel 2003 una delle due, attraverso una fecondazione eterologa, ha partorito una bimba. Dopo aver convissuto alle Canarie, assieme alla piccola, si sono sposate in Spagna con matrimonio civile nel 2009 e nel 2010, come consente la legge spagnola, la “coniuge della madre biologica” ha adottato la bimba. Due anni fa, però, le due donne hanno divorziato nel Paese iberico. E sempre nel 2013, poi, la donna adottante si è rivolta al Tribunale per i Minorenni di Milano “chiedendo il riconoscimento agli effetti civili interni dell’ordinanza di adozione spagnola della figlia”, ma i giudici nel 2014 hanno respinto l’istanza. Da qui il ricorso in appello. I giudici di secondo grado, in prima battuta, hanno respinto altre domande presentate dalla donna, come “il riconoscimento e la trascrizione dell’atto di matrimonio contratto in Spagna”, e “della sentenza di divorzio”. Il collegio, però, ha dichiarato l’ efficacia dell’ordinanza spagnola sull’adozione, ordinando la trascrizione anche in Italia. E di conseguenza ha riconosciuto come valido anche “l’accordo regolatore” riguardante “le condizioni relative alla responsabilità genitoriale nei confronti della figlia”, che oggi ha 12 anni. Per i giudici, infatti, va tenuto conto che la bambina “ha vissuto con entrambe sin dalla nascita, per quasi dieci anni (…) che da loro è stata allevata, curata e mantenuta e che con loro ha evidentemente costruito stabili e forti relazioni affettive ed educative”. Alla bimba, dunque, va riconosciuto, come scrive la Corte, il “diritto fondamentale di continuare a godere dell’apporto materiale e affettivo delle due persone che da molti anni si sono assunte la responsabilità genitoriale nel suo interesse”. E se la madre adottiva deve avere “tutti i doveri e i diritti che derivano dalla filiazione naturale”, la piccola, concludono i giudici, “può godere, con sicuro vantaggio, del sostegno materiale non solo della madre adottiva, ma anche dei parenti della stessa”. (ANSA).

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