(DIRE) Bologna, 18 apr. – Il Pd di Bologna non ci sta: l’elezione di Franco Marini al Quirinale non s’ha da fare. E’ il segretario dei democratici sotto le Due Torri, Raffaele Donini, a lanciare un accorato appello via Facebook al gruppo dirigente nazionale del partito. “Vi prego fermatevi- scrive Donini- la nostra gente non capisce. Come puo’ essere considerata condivisa una candidatura che spacca il Pd e sbriciola il centrosinistra, con l’unico pregio di accontentare Berlusconi? Alla prima votazione potrebbe non passare. Non si continui oltre. Marini faccia un passo indietro”. Lo stesso Donini, ieri sera a caldo dopo l’assemblea dei grandi elettori del centrosinistra, che ha approvato la candidatura di Marini, sempre su Facebook parlava così ai suoi iscritti: “Inutile nascondersi dietro ad un dito. Molti di voi mi stanno scrivendo in queste ore manifestandomi la delusione per la proposta di Franco Marini a Capo dello Stato. Proposta che vedrebbe spaccarsi il Pd e la coalizione del centro sinistra e la condivisione di Monti e Berlusconi. Sono certo che notte sia ancora lunga e porterà consiglio. Sono certo che vi possa essere spazio per un’ulteriore riflessione. Manteniamo tutti la calma”.

A pochi minuti dalla prima votazione in Parlamento, Donini ha deciso di rompere gli indugi e di mettersi di traverso rispetto alla linea di Pier Luigi Bersani. Già nella notte, del resto, i segnali di un Pd al tracollo erano tanti. A partire dai renziani e dalla loro ferma decisione di non votare l’ex presidente del Senato. “Ho votato contro la proposta di Franco Marini- faceva sapere ieri sera il deputato Pd Matteo Richetti, fedelissimo del sindaco di Firenze- non andava nemmeno proposto per rispetto a lui”.

Ma pure Sergio Lo Giudice, neo-senatore Pd, che già si era espresso a favore di Stefano Rodotà, annunciava nella notte: “Io ho votato no” alla candidatura di Marini, “vediamo cosa succede domattina alla prima votazione”. Anche tra gli amministratori di Bologna non mancano rabbia e delusione. “E’ noto che non capisco nulla di quella politique politicienne che costruisce da sempre gli equilibri per eleggere il Presidente della Repubblica come le ultime ore dimostrano- scriveva su Facebook l’assessore Luca Rizzo Nervo- ciò detto trovo stravagante che un Paese archivi il nome del Presidente dell’Unione Europea (Romano Prodi, ndr) perché divisivo. Trovo ancora più stupefacente che lo archivi il partito di cui e’ fondatore”.

E se il coordinatore della Giunta bolognese, Matteo Lepore, si augurava che la scelta di Marini fosse solo pre-tattica, il sindaco di Casalecchio, Simone Gamberini, monta su tutte le furie. “Uno torna a casa dopo una assemblea con 10 artigiani alle soglie del fallimento e scopre che c’e” di peggio- si sfogava ieri sera- ringrazio i molti parlamentari bolognesi che mi hanno confermato di avere espresso, durante l’assemblea dei grandi elettori Pd, un voto contrario alla proposta ‘unitaria’ e ‘condivisa?’ di Franco Marini candidato alla presidenza della Repubblica. Hanno ben interpretato i miei sentimenti e quelli di tanti elettori del Pd. Spero la notte e una necessaria mobilitazione facciano cambiare idea a quello che consideravo il mio gruppo dirigente”.

In Regione, invece, c’e’ chi invece sembra rimanere aggrappato con le unghie e con i denti alla linea di Bersani. “Berlusconi e’ un genio. Ci ha dato scacco matto”, commentava ieri sera la vicecapogruppo del Pd in viale Aldo Moro, Anna Pariani. Pronta la replica di Rizzo Nervo: “Anna, mi piacerebbe dare la colpa a Berlusconi e riuscire a crederci. In nome di una unità nazionale stracolma di piccoli interessi mediocri, abbiamo spaccato il Pd, spaccato il centrosinistra, tracciato un definitivo solco con il M5s, compattato tutto il centrodestra e ci apprestiamo ad un governicchio con il Pdl. Abbiamo lasciato in panchina l’ex Presidente dell’Unione Europea perchè ‘troppo divisivo’. Non e’ miopia. E’ cecità. Lo dico con vera sofferenza, credimi”.

Convinzione sposata da un altro consigliere regionale del Pd, Thomas Casadei. “La scelta di Marini e’ enormemente sbagliata, spacca il Pd, rompe il centrosinistra, e’ contro la base e l’idea del governo del cambiamento. Fate di tutto per cambiare o il Pd andrà in frantumi”, il suo appello.

(San/ Dire)
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