delanoe-veltroni.jpg Bertrand Delanoë arriva a Bologna. Il sindaco socialista gay di Parigi (e probabile futuro sfidante di Sarkozy alle presidenziali francesi) sarà accanto a Walter Veltroni sul palco del comizio di chiusura della campagna elettorale, insieme a Prodi, Bersani, Finocchiaro e Franceschini.

Il buon Bertrand era stato a Bologna l’ultima volta per il Capodanno 2006, in forma privata. L’ho conosciuto lì, al Cassero. Senza fascia tricolore e grisaglie, Bertrand è un amabile e colto gay parigino, simpatico e alla mano, che da allora mi manda gli auguri di buon anno. Ma la presenza di Delanoë a Bologna il 9 aprile a sostegno del Partito Democratico ha tutt’altro significato.

Già la settimana scorsa Veltroni aveva ricevuto il sostegno del Psoe. “Crediamo nel progetto del Partito Democratico” aveva mandato a dire Zapatero tramite il suo ministro del lavoro Jesus Caldera, in Italia per un’iniziativa del Pd. Ora anche il Psf porta il suo visibile sostegno a Veltroni. Per quanto il Pd rifletta la particolarità tutta italiana di un centrosinistra che per governare ha bisogno di misurarsi con il riformismo cattolico; per quanto la presenza in Italia di una destra becera, populista e venata di post fascismo e di integralismo cattolico spinga nel centrosinistra figure che in altri paesi europei starebbero con i moderati; per quanto sui temi dei diritti civili il Pd sia anni luce dietro il Psoe o il Psf, il Partito democratico è e rimane il riferimento italiano dei grandi partiti socialisti europei. Sui diritti civili il Pd è arretrato rispetto a New Labour, Spd, Psf, Psoe, così come l’Italia è più indietro rispetto a Gran Bretagna, Germania, Francia o Spagna. Con buona pace di Boselli, se due leader moderni come Zapatero o Delanoë vivessero in Italia, non starebbero a fare testimonianza in un partito dello zero virgola, ma lavorerebbero per trasformare il più grande partito riformista del paese per trasformare il paese.

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