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(DIRE) Bologna, 4 nov. – Nonostante alcune perplessità anche tra i democratici, il registro del testamento biologico supera il primo esame in commissione e ora marcia verso l’approvazione definitiva in Consiglio comunale, probabilmente il 23 novembre. A quel punto tutto sarà pronto per la delibera, che potrebbe essere proposta dalla giunta già a cavallo tra novembre e i primi di dicembre. “Ma se il registro arrivasse a gennaio non sarebbe la fine del mondo. Non abbiamo nessuna fretta”, assicura il capogruppo Pd Sergio Lo Giudice, autore dell’ordine del giorno approdato oggi (la discussione e’ stata una maratona di oltre tre ore) per la prima volta in commissione Affari generali. Ora sarà la volta degli esperti, che i partiti chiameranno in audizione nelle prossime settimane a sostegno delle opposte tesi.

Ma intanto la presentazione dell’ordine del giorno del Pd ha dato alcune informazioni su come sarà il registro del biotestamento nella versione bolognese. I cittadini che decideranno di dichiarare le loro volontàdovranno rinnovarle periodicamente, “perché siano aggiornate ai progressi della scienza”, e potranno revocarle in qualsiasi momento anche alla luce delle informazioni che il Comune sarà tenuto a dare.Inoltre, come spiega ancora Lo Giudice, “la stesura non può prescindere dal rapporto col medico curante”. Dunque la dichiarazione sul fine vita “non sarà un mero atto burocratico”.

Resta ancora aperta la possibilità che sia il Comune ad ospitare in busta chiusa le dichiarazioni, oppure che queste vengano conservate presso notaio e il Comune si limiti a conservare la registrazione di dove si trovano. Per quest’ultima soluzione propende nettamente il consigliere Pd Paolo Natali, che adduce possibili problemi di privacy: “il Garante ha detto che non darà un parere finché non c’e’ una legge”, fa sapere riferendosi ai lavori della commissione provinciale che ha istruito il registro nei mesi scorsi. Quindi, “la mia opinione e’ che sarebbe meno rischioso non prevedere il deposito in Comune”. Una soluzione che depotenzierebbe non poco l’iniziativa. Infatti, Lo Giudice ribatte che si andrà avanti sulla doppia soluzione.

Le perplessità dei cattolici Pd, comunque, nonostante le discussioni già alle spalle, restano, con la richiesta di ulteriori approfondimenti.”Il registro non deve essere enfatizzato particolarmente ne’ in senso positivo ne’ in senso negativo”, afferma Natali, per cui “avrà validità finché non ci sarà una legge”. Così anche l’ex vicesindaco Giuseppe Paruolo (“serve una legge nazionale che intervenga sulla materia”), per il quale il registro “e’ un servizio che può avere una sua utilità limitata, non ritengo sia questa la priorità delle priorità ma io mi misuro col tema”, sottolinea.Poi suggerisce una “formulazione ampia” che possa ottenere un “ampio consenso” anche da esponenti dell’opposizione.

Ma queste posizioni suscitano la reazione degli ex Ds, di Corrado Melega per cui “non esiste la necessità di una legge” e di Emilio Lonardo. “Mi preoccupa l’idea che si vada avanti con approfondimenti sine die- dice il secondo- Non vorrei che la proposta si insabbiasse in Consiglio comunale”. Restano totalmente contrari alla proposta il Pdl e l’Udc. “Questa iniziativa- avverte la presidente di commissione Maria Cristina Marri– non potrà avere rilevanza giuridica, ma solo di carattere politico. No a fughe in avanti che potrebbero essere scappatoie per l’eutanasia”. La corregge Melega: “La parola eutanasia può avere anche un’accezione dolce- obietta- per chi vuole morire tranquillo e non tra dolori atroci”.

Per il capogruppo berlusconiano Lorenzo Tomassini e’ del tutto inutile quello su cui si sta lavorando. Se diventasse realtà “subentrerebbe la magistratura ad impedire un diritto che non esiste. L’istituzione di questo registro non porterà a nulla, solo fumo negli occhi”. L’Idv, il Prc e i grillini si sono confermati favorevoli alla proposta, anche se la Lista Grillo predilige la proposta di delibera popolare della Rete Laica (verrà discussa in commissione probabilmente il 18). Il dissidente guazzalochiano Felice Caracciolo, favorevole al registro, era in commissione come annunciato, ma ha preferito non prendere la parola.

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