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Marcella Di Folco se n’è andata. Sembra impossibile, perché Marcella c’era sempre. C’era quando si trattò di dare vita ad un’organizzazione transessuale che fosse al servizio delle persone in transito, fino a farne una struttura d’eccellenza: associazione di persone e Consultorio convenzionato con gli enti pubblici, unica esperienza, non solo in Italia, di struttura sanitaria di accompagnamento al transito gestita direttamente dalle stesse persone transessuali.  C’era quando si costruivano i Pride e gli altri appuntamenti del movimento Lgbt: sempre in prima fila, a battersi fino a litigare perché i diritti e la visibilità dei/delle transgender non fossero oscurate rispetto a quelle di gay e lesbiche.

C’era nelle istituzioni, a promuovere i diritti di tutte e tutti, come quando, da consigliera comunale a Bologna,  si batté per il riconoscimento delle coppie di fatto tramite quell’attestato di “Famiglia su base Affettiva” che aprì una strada nuova al riconoscimento della dignità delle nuove famiglie, o come quando, il 17 maggio scorso, fu ricevuta al Quirinale, insieme agli altri rappresentanti nazionali delle associazioni Lgbt, dal presidente Napolitano.

Marcella c’era sempre, in questi decenni in cui un manipolo sempre crescente di sognatrici e sognatori di libertà spendeva gran parte della propria vita a tentare di affermare l’uguaglianza e la dignità di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e di ogni altra soggettività. Ciao Marcella, non ti dimenticheremo: sarebbe davvero impossibile riuscire a farlo.

Sergio Lo Giudice

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