(ANSA) – ROMA, 3 FEB – “C’è un solo modo per lanciare un segnale chiaro e mettersi dalla parte buona della storia: non andarci”. E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Sergio Lo Giudice, già presidente di Arcigay, invitando Enrico Letta a non andare a Sochi per la cerimonia inaugurativa dei Giochi. “Dal Qatar, dove l’omosessualità è punita con tre anni di carcere, Enrico Letta ha detto che andrà all’inaugurazione delle Olimpiadi di Sochi in Russia, dove la legge punisce chi osi parlare di omosessualità in pubblico. Obama non ci andrà, dopo avere sfidato Putin su questo tema incontrando le organizzazioni Lgbt a san Pietroburgo in occasione del G20 lo scorso anno. Non ci sarà neanche Cameron, che in quella stessa occasione aveva criticato dalla città russa la legge antigay di Putin, nel silenzio assordante dell’Italia. Non ci andranno per lo stesso motivo Angela Merkel e Francoise Hollande. La presenza annunciata del premier italiano toglie forza a quelle assenze e conferma la debolezza del nostro paese su questi temi. L’Italia, caro Enrico, non ha le carte in regola sui diritti di gay, lesbiche e trans, ma è fanalino di coda fra i Paesi dell’Unione Europea sia sul piano normativo che sul piano dell’azione sociale e culturale di prevenzione delle discriminazioni. La tua presenza a Sochi ribadisce l’indifferenza del nostro paese e non basta una generica dichiarazione di contrarietà alle norme discriminatoria, scontata per uno Stato membro dell’Unione europea”, conclude. (ANSA).

ANSA/ Letta, a Sochi per Olimpiadi 2024, ma difendero’ gay

Dirò che Italia è contro discriminazioni. Ma renziani, non vada (dell’inviata Marina Perna) (ANSA) – DOHA, 3 FEB – Enrico Letta a Sochi ci sarà, seduto nella fila dei capi di stato e di governo all’inaugurazione dei giochi invernali. Ci tiene a precisarlo lui stesso, dal Qatar, all’indomani della notizia della sua presenza rimbalzata dal Cremlino. Ma non senza mettere i puntini sulle ‘i’, rispondendo al polverone di polemiche che si è alzato in Italia, e non solo dalle file delle associazioni gay ma anche dai renziani e colleghi di partito, sull’opportunità di partecipare ad un evento da tempo nella bufera sul fronte della discriminazione degli omosessuali. “A Sochi ribadirò la contrarietà dell’Italia a qualunque norma o iniziativa discriminatoria nei confronti dei gay, nello sport così come fuori dallo sport”, rimarca da Doha dove è immerso in un tour del Golfo per attrarre investimenti in Italia. E lancia così un messaggio, indirettamente anche a Putin: lui ci sarà, come gli aveva promesso nel vertice di dicembre Italia-Russia. Ma senza sconti o ammorbidimenti sulla netta posizione di contrasto alle discriminazioni verso gli omosessuali. Parole che il premier dice rispondendo – ci tiene lui stesso a rimarcarlo – alle polemiche di casa. Di tutto il mondo delle associazioni gay che gli chiedono di non andare. E di quelle di quel gruppo di senatori del Pd, di area renziana, che lo invita a “ripensarci”: “non si contrasta certo così la politica discriminatoria nei confronti di gay e minoranze perpetuata da Putin”, affermano Isabella De Monte, Nadia Ginetti, Mario Morgoni, Claudio Moscardelli e Francesco Scalia. A loro si uniscono Sergio Lo Giudice (ex presidente di Arci gay), che chiede esplicitamente a Letta di “non andarci”, e Andrea Marcucci (presidente della commissione Istruzione, Cultura e Sport a Palazzo Madama) per il quale la presenza di Letta a Sochi rischia di indebolire il fronte Ue-Usa. “Abbiamo preso la decisione della mia presenza a Sochi con il capo dello Stato, il presidente del Coni ed il ministro per lo sport”, riferisce Letta spiegando che nella valigia per Sochi porta anche e soprattutto un altro dossier: la candidatura italiana alle Olimpiadi “2024, cui teniamo moltissimo”. E’ un “dovere essere a Sochi – ribadisce – bisogna esserci per cominciare a far marciare questa candidatura”, aggiunge. Da Roma, intanto, si susseguono dichiarazioni e prese di posizione contro la sua decisione. “Il segretario del Pd Matteo Renzi dovrebbe chiedere al premier di non andare”, ribadisce il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo. Mentre Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia, definisce “penosa e umiliante” la partecipazione del premier italiano. (ANSA).

PEN 03-FEB-14 17:10 NNNN

Rassegna stampa 02.04.14

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