delbono-in-piazza
Ce l’abbiamo fatta. Grazie a quanti/e di voi hanno voluto sostenermi, sono stato rieletto nel Consiglio comunale di Bologna con 655 voti di preferenza. È stato un risultato superiore alle aspettative, innanzitutt per la posizione finale: sesto nella lista del Partito Democratico, dodicesimo fra i 920 candidati.
Un secondo elemento importante è la dimensione territoriale della mia elezione. Il 30% dei miei voti viene dal quartiere San Vitale, il territorio dove vivo e opero politicamente da molti anni. Questo segno di riconoscimento da parte di amici e compagni della zona mi fa particolarmente piacere, perché in anni in cui la politica rischia di perdere di vista il bene comune, la dimensione di quartiere è quella in cui più che altrove rimangono vivi alcuni elementi importanti: il valore del volontariato, la passione disinteressata per la politica, il legame diretto con le reti sociali e di comunità, la capacità di cogliere i bisogni concreti delle persone. Per me c’è anche dell’altro: quel risultato è una verifica della stima nei miei confronti di tante persone con cui da anni condivido un lavoro quotidiano e che mi hanno confermato il loro consenso indicando il mio nome alle loro reti di relazione.
Ma il voto nel mio quartiere non sarebbe stato sufficiente se non si fosse messo in moto, com’era già successo nel 2004, un voto d’opinione diffuso sul tutto il territorio cittadino, che fa del mio risultato uno dei più omogeneamente distribuiti nelle 449 sezioni elettorali di Bologna. Si tratta in parte di un voto di conoscenza e stima personale (amici, colleghi, ex studenti), in parte di un consenso al mio impegno amministrativo e alle mie battaglie per i diritti civili e la laicità.
Una parte importante di quel consenso viene dalla comunità gay e lesbica. Anche su questo tema una riflessione è d’obbligo. Erano presenti nelle varie liste una decina di candidati/e dichiaratamente lgbt, quasi tutti in liste a sinistra del Pd. Tre di questi erano direttamente legati al Cassero e alla sua storia. Questa grande frammentazione di candidature aveva una spiegazione nella perdita di fiducia, da parte di numerosi “quadri attivi” del movimento lgbt, nel Partito democratico come luogo di rappresentanza di questi temi e un conseguente scetticismo nella possibilità che io, in quella lista, potessi intercettare un voto gay in libera uscita. Non è stato così, ed ho potuto verificare con soddisfazione che la mia scommessa – portare la sfida dei diritti civili dentro il progetto riformista del Pd – è condivisa da tanti e tante, se non altro perché hanno fiducia in me e nella mia storia. “Un voto sicuro. Usalo” è stato il mio slogan elettorale. Adesso sta a me dimostrare che quella fiducia è stata ben riposta. Non mancherò di fare del mio meglio. So di potere contare su tante e tanti che hanno messo l’anima in questa campagna. Spero di averne accanto altri ed altre ancora.
Adesso, però, non è ancora finita. Il 21 e 22 giugno si va al ballottaggio fra Flavio Delbono, un uomo che ha saputo dimostrare in questi mesi la sua credibilità e la sua competenza, e quell’Alfredo Cazzola che rappresenta la faccia locale della piaga del berlusconismo. Non sottovalutiamo quel voto e andiamo a votare,  per scegliere Bologna.

copia-di-angels-3

css.php